Sul retro del teatro la porta si apre in continuazione. Un via vai di gente, c’è fermento.
In portineria sorridono, non c’è più bisogno di mostrare il tesserino. Lungo i corridoi del sottopalco la luce al neon rende gli spazi claustrofobici. Gli orchestrali accordano gli strumenti e suoni striduli e disarmonici tra loro accompagnano i miei passi tra scale e scalette fino ad arrivare alla buca dell’orchestra.
Controllo gli armamenti: batterie, schedine, microfono. Messa a fuoco. Faccio dei close ups su spartiti, strumenti, note e poi i palchetti e il soffitto del teatro, così decorato, così aureo, così nobile con il suo palco reale dalle tende rosse. Sembra quasi che tutto il teatro sia stato costruito in funzione del palco reale! Anche l’acustica è migliore da lì!
Dal retro palco do una sbirciatina dalla tenda, un must! Donne ingioiellate e uomini in cravatta o papillon si accomodano nelle poltroncine accompagnati da giovani mascherine. Ma non posso fermarmi molto, i macchinisti iniziano già a prendere le loro posizioni e gli attrezzisti hanno appena finito di sistemare gli oggetti di scena. Il corpo di ballo ha già fatto il riscaldamento.
Corro verso i camerini. Stretti nei loro abiti ingombranti e dalle parrucche voluminose i cantanti del coro si muovono in massa. Per non essere investita mi faccio da parte. Sì, c’è fermento e io lo filmo.
Fuori dai camerini dei solisti le sarte aspettano impazienti la fine dei vocalizzi per poterli aiutare nella vestizione mentre i truccatori si aggirano veloci con pennelli e matite in mano e infilati in qualsiasi tasca disponibile, persino tra i capelli.
Aspetto con loro, con la telecamera pronta come fosse un fucile.. in inglese si usa lo stesso verbo per indicare filmare e sparare (to shoot) Appena si aprirà quella porta sarò pronta come un cecchino a colpire il mio obbiettivo e a rubargli delle dichiarazioni a caldo…. Ma è il giorno della prima e la tensione è alle stelle, potrei facilmente beccarmi una porta in faccia!! Non importa, è uno dei rischi del mio mestiere.. la 3° campanella suona… Buio in sala…. Suspance… È come se tutto il teatro trattenesse il respiro per un istante. Inizia!! Applauso per l’entrata del direttore. Vai con la musica.. si apre il sipario…. È OPERA.
Chevelodicoafare?! Non sono una tipa “classica”. Mi sentirei sicuramente più a mio agio in un concerto rock, magari ad uno di quei raduni cappelloni anni 60.. ma sono nata troppo tardi e comunque lavorare per l’opera lirica mi fa apprezzare molto di più la nostra cultura. Ci sono sinfonie ed arie mozzafiato, i temi sono quelli intramontabili che parlano dell’uomo, dell’amore, della morte. Alcune regie operistiche si spingono anche al limite del teatro sperimentale ed avanguardistico.. poi il teatro è davvero magia pura!!
Peccato che molti di noi siano riusciti ad apprezzare alcuni brani operistici solo dopo che Sua Maestà TV le ha usate negli spot pubblicitari per venderci merendine di dubbia genuinità!!!!
wow che splendide foto !