FoodPainting

Viaggiavo molto e gli stimoli visivi erano talmente forti che fotografavo qualsiasi cosa. Ho voluto ricercare quell’impulso di catturare il mondo intorno a me anche nel mio “noioso e banale” quotidiano… soprattutto in cucina, dove spesso, attraverso la manualità, i colori, gli odori e le forme riesco ad esprimere un po’ della mia creatività. Cucina è soprattutto fantasia. Così ho mescolato fotografia e disegno…. sfornando dalla mia mente diversi paesaggi e situazioni.

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Mangiare, l’atto apparentemente più naturale, è in realtà complesso. Proprio come il linguaggio, l’alimentazione costituisce una cerniera tra natura e cultura: appartiene ad entrambe poiché articola funzioni fisiologiche e significati storici e culturali.
Levi Strauss sostiene che la cucina da una parte risponde alle esigenze del corpo e dall’altra dipende dalla maniera particolare con cui, nelle varie parti del mondo, l’uomo si inserisce nell’universo. 
La cucina è dunque un articolazione tra cultura e natura.

“..Ma Sua Maestà, il popolo ha fame!”
“Beh! date loro dei biscotti!!”

Ghigliottina!!!!

 Impuro = Femmina
Una delle ragioni dell’esclusione femminile è il timore della contaminazione derivante dall’impurità naturale che molte culture attribuiscono alla donna, vittima spesso di incantesimi. Questo timore femminile è della strega. La strega nell’immaginario collettivo è identificata da una serie di connotazioni alimentari (come il fatto che si nutre di bambini e mangia senza sale) e da una sessualità peccaminosa. Inoltre come ritenevano gli inquisitori le donne sono deboli e per questo anche la migliore delle mogli potrebbe trasformarsi in una strega, questa visione della natura della donna debole deriva da Eva. 
Il sale già nel mondo romano era caratterizzato sacro connesso all’immortalità degli dei, nel mediterraneo, soprattutto in Italia si ritiene che il sale sia aborrito dalle streghe e possa scongiurare fatture e male.
J. P. Aron delinea un quadro di tutti gli stereotipi che i secoli precedenti formulavano in termini religiosi: la debolezza, la vanità, l’inaffidabilità, che suggeriscono di tenerla sotto controllo. 

 Le credenze contadine e la figura femminile

 Se l’abbondanza ha i suoi simboli positivi nelle figure maschili, è soprattutto nelle figure femminili che si concretizzano i fantasmi della sterilità causata dalla rottura dell’ordine del mondo. Nelle culture contadine si riteneva che le donne che passassero per i campo li rendevano sterili. Gli indiani d’America credevano che le donne mestruate se incontravano un ammalato lo facevano peggiorare, che se posavano lo sguardo su il cibo che l’uomo stava per mangiare questi si sarebbe ammalato. Rinchiudevano le donne nelle capanne isolate. Anche nella nostra cultura esistono una serie di credenza circa i danni provocati dalle mestruazioni, già ce ne parlava Plinio, secondo cui le donne rendevano sterili le piante, facevano cadere prima i frutti.

Il flusso femminile però è visto anche come forza e potenza.
L’eco di tali credenze è giunto ai giorni nostri (secondo cui le donne non possono fare conserve di pomodoro o salse come la maionese durante il ciclo, o non possono toccare le piante). Il senso di queste credenze sembra consistere nella legittimazione ideologica dell’esclusione, almeno periodica, della donna dalla cucina e dai valori alimentari.

Questa voce è stata pubblicata il aprile 21, 2012 alle 1:45 PM. È archiviata in photography con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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